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Residenze sanitarie assistenziali: Allarme dal CNR

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Pubblicato in questi giorni sull’ European Respiratory Journal il primo studio che analizza nel dettaglio la qualità dell’aria negli ambienti interni delle residenze sanitarie assistenziali e la sua incidenza sulla salute respiratoria degli ospiti più anziani. I ricercatori del progetto ‘Gerie’ finanziato dall’Unione Europea, tra cui Giovanni Viegi, direttore dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibim-Cnr) di Palermo, hanno raccolto e classificato dati agli agenti inquinanti indoor in 50 residenze di Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Polonia e Svezia: PM10, PM0.1, formaldeide, NO2 e O3.

Sono stati coinvolti 600 ospiti di età superiore ai 65 anni e media di 82 anni, di cui il 74% donne.

Sul totale europeo, sono state rilevate le seguenti prevalenze: 7% asma, 29% tosse, 24% espettorato, 14% respiro sibilante, 46% respiro affannoso. In Italia il 9% degli ospiti monitorati presenta asma, il 30% tosse, quasi il 40% espettorato, il 22% respiro sibilante.

Il rischio aumentato negli ospizi europei è del 73% di contrarre tosse a causa di polveri inalabili, del 53% di tosse per ossido di azoto, del 249% di broncopneumopatia cronica ostruttiva ( Bpco ) a causa di formaldeide e del 182% di respiro sibilante a causa delle polveri ultrafini.

Percentuali che fanno riflettere. Soprattutto se si considera che l’innalzamento dell’aspettativa di vita implica che un numero sempre maggiore di persone vivrà in residenze sanitarie assistenziali e subirà danni causati dall’inquinamento atmosferico indoor.

Si dovrebbe fare di più. Si dovrebbe, o meglio si deve seguire il Testo Unico della Sicurezza DLGS 81/2008 e sensibilizzare i responsabili per limitare le fonti d’inquinamento, migliorare la ventilazione e monitorare la salute respiratoria degli ospiti.

La salute non è un optional.

Noi di Aria SpA ci occupiamo da anni di bonifica e sanificazione degli impianti aeraulici. Contattaci per maggiori informazioni.

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