Aziende vinicole: produzione di vino

L’A.R.P.A.T. Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, ha redatto un documento dove si illustra la ricerca finanziata dall’ISPESL Istituto Superiore Prevenzione E Sicurezza del Lavoro per quanto riguarda le cantine vinicole.

cantina vinicola

In questa ricerca si prendono in esame i profili di rischio per il comparto produttivo delle cantine vinicole, ovvero la produzione di vino a partire dall’uva, imbottigliamento e confezionamento. Alcune delle attività prese in considerazione sono:

  • Fabbricazione di bevande alcoliche distillate
  • Fabbricazione di alcool etilico di fermentazione
  • Fabbricazione di vino di uve
  • Produzione di sidro e altri vini a base di frutta
  • Fabbricazione di birra

Durante le varie attività descritte nella relazione, quelle di nostro interesse sono quelle svolte all’interno degli edifici, dove è fondamentale vere una corretta aerazione dei locali.

follaturaQuando si parla di “Lavoro in altezza” per esempio, si intende quando gli addetti salgono sulla sommità dei tini, magari durante il riempimento del tino, durante le operazioni di follatura o di rimontaggio. L’addetto sale sulla sommità del tino, utilizzando una scaletta portatile o tramite una struttura metallica fissa costituita da scale di accesso e passerelle che corrono lungo la sommità dei tini. L’eventuale presenza di gas asfissianti (anidride carbonica), tossici (anidride solforosa) e di vapori alcolici può aggravare il rischio di cadute dall’alto.

anidride-solforosaL’anidride solforosa infatti è un gas più pesante dell’aria ed è così classificata: T (tossico), R23 (tossico per inalazione), C (corrosivo), R34 (provoca ustioni). E’ irritante di grado moderatamente elevato. L’azione irritante è dovuta alla sua trasformazione in acido a contatto con l’ambiente umido delle mucose oculari, nasali e della pelle per poi arrivare all’apparato respiratorio. Nel caso dunque si effettui la solfitazione in fermentini, questi ultimi devono essere dotati di idonei sistemi di aerazione.

Per quanto riguarda l’anidride carbonica, il rischio è reale nelle situazioni in cui i tini di fermentazione sono posizionati all’interno dei locali della cantina e scarsamente ventilati. La conseguenze di una elevata concentrazione di anidride carbonica sono lo svenimento e la morte per asfissia.

Parlando di cantine vinicole, anche il rischio dell’esposizione a vapori di alcool etilico è alto e causa una depressione del sistema nervoso centrale, mal di testa, nausea, sonnolenza, vertigini, incoordinazione e confusione.

Ecco che garantire una adeguata ventilazione naturale o forzata di questo specifico ambiente di lavoro è fondamentale per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Gli impianti di ventilazione devono quindi essere funzionanti e soprattutto sottoposti a rigidi controlli e manutenzioni periodiche. Il testo unico della sicurezza (Dlgs 81/2008) è molto chiaro in materia di “indoor air quality”: l’allegato IV Requisiti dei luoghi di lavoro stabilisce che “i lavoratori dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di areazione e questi ultimi devono essere periodicamente manutenzionati”.

Ma come facciamo a sapere quando eseguire i controlli? Se un controllo annuale può essere sufficiente? Noi di Aria spa a tal proposito abbiamo messo a punto, in collaborazione con l’Università di Udine, un metodo operativo per la Valutazione del Rischio degli impianti di climatizzazione: Metodo operativo A.R.I.A. in grado di dimensionare il livello i rischio potenziale dell’impianto e di evidenziarne la relativa priorità d’intervento da un lato, e di indicare le modalità d’intervento dall’altro.

Contattaci per maggiori informazioni.

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