L’allarme è stato lanciato dal Progetto Ccm Indoor-School una vasta iniziativa europea, finanziata dalla Commissione UE, cui ha aderito il nostro Ministero della Salute. Solo 4 scuole di 248 (scelte a caso) hanno un programma scritto per gli inquinanti indoor.
Dato ancora più preoccupante è che il 91% non ha ne una formazione ne un protocollo per gestire un attacco di asma dei ragazzi.
È noto che l’inquinamento indoor rappresenta la principale causa di decesso legata all’ambiente e aumenta il rischio di malattie respiratorie a livello globale, nonchè di allergie e/o asma. Quindi lo scopo generale di questo progetto è quello di sensibilizzare l’opinione dei dirigenti scolastici verso azioni coordinate volte al miglioramento della qualità dell’aria nelle scuole italiane.
Il lavoro è iniziato con una valutazione dei rischi relativi alla Indoor Air Quality degli edifici scolastici; è stata valutata la conoscenza e l’attuazione delle norme relative alla prevenzione, alla gestione e alla valutazione dei problemi.
Gli inquinanti sotto accusa sono l’anidride carbonica, le polveri sottili, il biossido di azoto, e talvolta il toluene e gli xileni. Tra le attrezzature che rappresentano alcune delle principali fonti di inquinamento indoor ci sono le lavagne con gesso, seguite da tendaggi e mensole nonché materiali per attività artistiche come solventi o vernici. Da non tralasciare il fatto che macchie di umidità e muffe sulle pareti sono problemi ricorrenti nel 50% delle classi italiane.
Fortunatamente l’88% dei Dirigenti si è mostrato molto interessato al problema e ritiene che la qualità dell’aria indoor sia una questione importante su cui intervenire.
Meno male ma… Perchè non puntare al 100%?
La salute non è un’optional, iniziamo l’educazione dalle scuole.